Come "rinverdire" un classico, arrivato alla 26ma versione cinematografica, televisiva e teatrale? Che differenza c'è tra il nuovo Il Conte di Montecristo di Sam Clafin e Il Conte di Montecristo del francese Pierre Niney, per citare solo l'ultimo, protagonista della serie con cui Canale 5 ha chiuso il 2024? Lo scoprirete stasera, lunedì 13 gennaio: dopo la première alla Festa del Cinema di Roma, su Rai 1 in prima serata va in onda la prima delle 4 puntate del conte versione kolossal franco-italiano dello svedese Bille August (collaboratore di Ingmar Bergman, un Oscar per Pelle alla conquista del mondo, e poi Il senso di Smilla per la neve, La casa degli spiriti e, per restare nel classico I miserabili). Protagonista, la star inglese Sam Claflin (Biancaneve e il cacciatore, Hunger Games, il bellissimo Posh, il generazionale Scrivimi ancora, Enola Holmes, Peaky Blinders): è lui l'Edmond Dantès della nuovissima serie tv, sceneggiata, anche, dal nostro Sandro Petraglia. In cui Jeremy Irons interpreta l'Abate Faria.
Dice il regista: «Secondo me Il Conte di Montecristo è la più bella e più complessa storia di vendetta mai raccontata. Credo che ogni essere umano abbia pensato almeno una volta di aver subito un'ingiustizia. La spinta alla vendetta esiste in ognuno di noi, ed è per questo che questa storia è sempre attuale. Però dalla serie si capisce anche che la vendetta non serve a niente, distrugge solamente gli esseri umani». Accanto a Claflin nel film ci sono anche molti attori italiani, come Gabriella Pession (Hermine Danglars, baronessa nemica di Dantès), Nicolas Maupas (Albert, figlio di Mercedes e Fernand, l'uomo che ha fatto imprigionare Edmond), Lino Guanciale (il truffatore Vampa, che aiuta Dantès), Simone Zambelli (Ettore) e Michele Riondino (Jacopo, l'aiutante più fidato del protagonista). Riflettendo proprio sui temi portanti del film, che sono la giustizia, il potere e la vendetta, Riondino ha detto: «Una vendetta o la strategia di una vendetta protratta nel tempo inevitabilmente implica e coinvolge anche personaggi, persone che non hanno nulla a che fare con il peccato originale. Vediamo anche chi sono le vittime di questa sete di vendetta. È inevitabile pensare a, insomma, senza girarci intorno, perché è tutto il giorno che ne parliamo, ma c'è un bambino palestinese o un bambino israeliano che non portano dietro nessuna colpa, ma che continueranno a portare avanti quel fuoco di vendetta che non si sa bene dove arriverà».