Marco Giannini è di nuovo Mazinga. Michel Alhauique è il regista, al posto di Stefano Sollima (tra i produttori). Dal 15 gennaio è in streaming su Netflix la serie italiana (con M Il figlio del secolo) più attesa di questo inizio 2025: ACAB. Per distinguerla dal film (di Sollima, con Giannini del 2012) e per ricollegarla al libro di Carlo Bonini uscito nel 2009. Sottotitolo, del volume, All cops are bastards... Lo sono ancora? Lo scopriamo in questa nuova versione, aggiornata, della storia. Che inizia in Piemonte. Una notte di feroci scontri con i No Tav in Val di Susa. Una squadra del reparto mobile di Roma resta orfana del suo capo, rimasto gravemente ferito. E un nuovo autunno caldo alle porte. Con un ritorno a Roma, ai conflitti pubblici e privati (famigliari, professionali: etici).
Sedici anni dopo il libro di Carlo Bonini (ed. Feltrinelli) e 13 dal film di Stefano Sollima, ACAB. La serie è il racconto crudo della vita di una squadra di cops, in 6 episodi sei prodotti da Cattleya e diretti da Michele Alhaique. Protagonisti, Marco Giallini, che torna nella divisa del controverso Mazinga e che, con il regista, racconta il film in questo video. Con lui, nel cast, i "nuovi" Adriano Giannini, Valentina Bellè, Pierluigi Gigante, Fabrizio Nardi, Donatella Finocchiaro...