Urla, pianti disperati, bambini puniti e umiliati. A Roma, nell’asilo nido “Paradiso d’Infanzia” di Val Melaina, tre educatrici sono finite sotto accusa con l’ipotesi di maltrattamenti su minori. A portare alla luce l’orrore quotidiano vissuto da venti piccoli alunni, non più grandi di tre anni, sono stati i vicini di casa, turbati dai lamenti provenienti dalla struttura. Le indagini della Procura, coordinate dal pm Maria Perna, hanno coinvolto Martina Lo Russo, Valeria D’Angelo e Gloria Bompiani.
Le immagini delle telecamere installate dopo la denuncia non lasciano spazio a dubbi. I bambini vengono strattonati, insultati, messi in punizione in angoli isolati o davanti al water, spinti con forza sulle sedie o sul pavimento. I compagni, testimoni silenziosi, vivono nella paura. Le maestre, secondo l’accusa, cercano di imporre il silenzio con la minaccia o l’esclusione. Un clima pesante che ha portato il Comune a essere chiamato in causa come responsabile civile, essendo il nido convenzionato.
Per l’avvocato Francesco Gusmano, che rappresenta le famiglie parte civile, questa vicenda è l’ennesima prova che le telecamere negli asili non possono più essere un’opzione. I genitori, sconvolti dalle rivelazioni, chiedono giustizia. Il rinvio a giudizio è ora nelle mani del giudice. Ma la comunità è scossa. E il nido che si chiamava “Paradiso” oggi è simbolo di un incubo da cui tutti sperano di svegliarsi.