Susan Sarandon, attrice Premio Oscar nel 1996 per Dead Man Walking, è passata da Milano per presentare Breathtaking, la mostra fotografrica di Fabrizio Ferri al Museo di Storia Naturale aperta dal 2 al 27 aprile.
Attrice, attivista, impegnata per l'ambiente e le libertà democratiche. Apertamente schierata contro Donald Trump e la sua politica negazionista rispetto alla crisi climatica. «Credo che la guerra sia uno dei maggiori responsabili dell'inquinamento. L'esplosione del gasdotto North Stream da parte degli Stati Uniti è stato uno dei più grandi atti di ecoterrorismo che abbiamo mai visto. Tutto questo contribuisce enormemente all'inquinamento e alla distruzione del nostro mondo, del nostro clima».
Breathtaking è un'installazione di 12 foto di star, un "anticipo" sulla Design Week/Furoisalone (7-13 aprile). Tra le star fotografate, anche Susan Sarandon: come tutti i soggetti degli scatti, è avvolta nella plastica per far riflettere sull'inquinamento degli oceani.
«Sono favorevole a ridurre al minimo l'uso della plastica, ma è proprio il fracking e l'estrazione del petrolio dei colossi che la fanno franca. È bene educare le persone in modo che possano chiedere ai governi di riconoscere che il fosforo bianco, le bombe al fosforo bianco da 2.000 libbre non aiutano l'ambiente».
Il percorso della mostra milanese è muto. Si visita infatti in un silenzio assordante grazie alle cuffie insonorizzate, idea di Marina Abramovic. Alle pareti, i volti dei divi deformati da sacchetti, palline, tutte plastiche raccolte su litorali in Italia e negli USA. Ci sono Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg, Julianne Moore, Isabella Rossellini (ritratta in due scatti), Naomi Watts e Susan Sarandon. La prima ad aderire al progetto, che ha definito «un'esperienza viscerale. Sono un essere umano. Questa è la risposta più semplice. Mi identifico con gli altri esseri umani e quindi non capisco come le persone possano non essere attiviste».