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Emilia-Romagna, a due anni dall'alluvione consegnate 20.000 firme dal comitato di Faenza, de Pascale: «Nel 2026 le prime casse d'espansione»

2025-05-16 8,304 Dailymotion

Sono arrivati con la carriola e hanno consegnato nelle mani del presidente regionale Michele de Pascale 20.000 firme raccolte tra gli alluvionati di Faenza. A due anni dall'alluvione che ha colpito la Romagna i residenti tornano a fare sentire la loro voce con un nuovo appello alla politica. Appello che è stato ascoltato oggi da de Pascale e dal commissario straordinario Fabrizio Curcio, che hanno incontrato per circa un'ora la delegazione del comitato Borgo Alluvionato negli uffici della Regione a Bologna. Con loro anche il sindaco di Faenza, Massimo Isola. Toni cordiali, anche se fermi, al termine del colloquio. «È una grandissima responsabilità per me- ha detto de Pascale accogliendo i plichi con le sottoscrizioni al piano terra della torre della giunta- ma fare una firma verso una istituzione vuole dire da qualche parte avere una speranza che quell'istituzione dia una risposta». Perché, sottolinea il governatore Pd, «quando non si ha una speranza che quella istituzione dia una risposta non si raccoglie neanche delle firme, se lo fai vuol dire che dentro di te hai la speranza che le cose cambino. Dopo tanti mesi non è scontato». «Spero di potervi restituire queste firme all'inaugurazione della prima cassa di espansione», ha concluso poi de Pascale sempre rivolto agli esponenti del comitato.L'obiettivo della Regione è realizzare le prime casse di espansione già nel 2026.  «Se non ci dovessero essere aggravi burocratici, il nostro obiettivo è fare le progettazioni nel 2025 e far partire i cantieri nel 2026», se serve anticipando i fondi come Regione. Di sicuro l'intenzione è quella di «mettere tutta l'energia e tutta la determinazione possibile perché la prima cassa di espansione la si faccia nel tempo più breve possibile. E poi la seconda, poi la terza, poi la quarta e la quinta. Poi non so quando ci potremo fermare, perché il rischio idrogeologico è un rischio molto significativo e io penso veramente che noi per dieci anni dovremo ogni anno fare opere di messa in sicurezza nel territorio». «Aspettiamo questo appuntamento», gli hanno risposto i residenti del faentino, arrivati in Regione in felpa gialla e la consapevolezza di rappresentare le preoccupazioni e le istanze di 20.000 concittadini. Coloro che hanno firmato la petizione «Chiedono la messa in sicurezza, chiedono che non si facciano altre chiacchiere e altre perdite di tempo. Perché il messaggio è chiaro, sull'asta del Lamone e del Marzeno il pericolo è ormai continuo, con tempi di ritorno di pochi mesi, non si parla più di anni», dice al termine dell'incontro Danilo Montevecchi del comitato.