https://www.pupia.tv - Torino - SANITÀ. CARNASSALE (INAIL PIEMONTE): IN ITALIA 70MILA CASI MALATTIE PROFESSIONALI NEL 2024
Torino, 18 mag. - "Il numero degli infortuni nel corso degli ultimi decenni è progressivamente in riduzione, mentre le malattie professionali presentano il fenomeno esattamente opposto. In questo momento in Italia contiamo 70mila casi di malattie professionali denunciati l'anno scorso, a fronte di circa 600mila infortuni". Lo dice Maurizio Carnassale, sovrintendente sanitario regionale Inail Piemonte, durante una tavola rotonda su 'Reprotossici, cancerogeni e tumori professionali. Dall'esperienza del passato alle sfide del futuro' al Salone del Libro di Torino. Nell'ambito delle malattie professionali, "esiste poi un gruppo particolarmente rilevante, anche se non numericamente al momento attuale tra quelle denunciate, che sono le neoplasie. Innanzitutto- spiega Carnassale- per l'impatto già emotivo che ha sulla persona e sulla famiglia, e perché un buon numero di questo tipo di patologie ha poi esito mortale. Soprattutto il mesotelioma, il tumore che più frequentemente viene denunciato in Italia come professionale, perché è legato all'esposizione a fibre di amianto utilizzate in maniera diffusa fino agli anni '90. Benché poi ne sia stato vietato il nuovo utilizzo, l'amianto è ancora presente in maniera ampia in tantissime realtà lavorative e di vita in cui il lavoratore si trova a operare: a esempio negli edifici scolastici di alcune zone del Paese". Le patologie neoplastiche, in particolare il mesotelioma, "si possono sviluppare anche a distanza di 40, 50 e 60 anni- sottolinea il sovrintendente sanitario Inail Piemonte- per cui si comprende quanto sia difficile in questo momento riuscire a fare prevenzione, perché andiamo ad agire su una causa intervenuta 50 anni fa". Per la valutazione del rischio che fu, delle esposizioni pregresse, "spesso- sottolinea Maria Gullo, funzionario tecnico dell'Inail che lavora nella Consulenza tecnica salute e sicurezza (Ctss)- ci mancano le informazioni per poter valutare quel rischio, anche quando si tratta di rischi noti e diffusi come l'amianto, perché a volte arrivano delle denunce di malattie amianto correlate ma per attività lavorative in cui non si riesce a comprendere dove può essere successo. Lo sforzo che facciamo è andare a studiare bene tutti i processi lavorativi che ormai appartengono al passato. Questo vale per l'amianto, ma vale anche per tutti gli altri agenti di rischio. Allora facciamo una ricerca bibliografica su testi anche molto antichi, che non si trovano nemmeno nel web. Ci rivolgiamo alle biblioteche delle università e alla nostra biblioteca, che abbiamo creato come gruppo dedicato ai tumori professionali acquisendo documenti che arrivano dalle aziende, dai patronati e dai dati processuali che ci hanno consentito di avere uno scenario del rischio cancerogeno in Piemonte dagli anni '50 in poi". Per evitare che questo fenomeno continui a mantenersi importante, "bisogna