Surprise Me!

Farina di grilli per risparmiare acqua e produrre meno gas serra

2025-06-06 4,664 Dailymotion

In Italia si allevano circa 5,4 milioni di bovini, 8,1 milioni di suini, quasi 7 milioni tra ovini e caprini e 590 milioni di polli «da carne». In tutto il mondo queste produzioni superano il miliardo di capi, i 10 miliardi nel caso dei polli. In Australia, la popolazione bovina supera addirittura quella umana del 40%, mentre in Sudamerica ci sono mediamente 9 vacche ogni 10 persone.In Piemonte siamo molto attivi nell’allevamento di bovini — 800.000 capi, di cui 350.000 della razza autoctona «fassona» — e suini, circa 1.250.000, destinati principalmente alla produzione di prosciutti crudi DOP. Si dice «di Parma» ma spesso è di Cuneo. Più il ciclo di vita dell’animale è lungo più i consumi idrici per rapporto alle proteine prodotte sono elevati, ma soprattutto si produce un impatto in termini di riscaldamento globale a causa principalmente delle deiezioni metanigene (il metano è nel breve termine 80 volte più efficace come gas serra della CO2). È stato dimostrato che il passaggio della popolazione mondiale a una dieta vegetariana ridurrebbe le emissioni di gas serra del 4%! Preoccupatissimi, in Argentina hanno addirittura sviluppato all’Instituto Nacional de Tecnología Agropecuaria (INTA) un sistema per recuperare il metano di origine bovina a fini energetici. I bovini sarebbero dotati, con un apposito piercing, di un sistema di tubazioni che ne raggiunge lo stomaco (il rumine in particolare, dove avviene la fermentazione delle sostanze ingerite). In questo modo è possibile estrarre il metano prodotto e immagazzinarlo in un serbatoio sul dorso dell’animale. Povere bestie! Chi vi scrive è onnivoro e non ritiene che questo gioco valga la candela. Certo le condizioni di vita negli allevamenti intensivi sono atroci, un vero segno deteriore dell’affermazione della nostra specie sul pianeta.In Piemonte abbiamo però un’altra eccellenza, oltre alla battuta di fassona o al prosciutto. L’Italian Cricket Farm produce a Scalenghe alimenti proteici per animali, ma anche farine proteiche per uso alimentare umano, a base di insetti. Sono i più grandi in Italia nel settore. Se al mondo va per la maggiore la mosca soldato nera, loro fondano la loro produzione sul grillo. Meno impattante sulla psiche, anzi. Nel mio immaginario emerge il grillo parlante di Pinocchio, mentre associo la mosca a uno dei suoi alimenti preferiti o a inquietanti film horror. Non lo dico a caso, perché le barriere psicologiche sono un fattore importante da superare per accettare questi alimenti. Se le si supera, allora magari potremo apprezzare il gusto simile a quello di nocciola della farina proteica da grillo, oppure il fatto che per kg di proteina edibile i grilli consentono di consumare 1/6 dell’acqua dei bovini, producono 40 volte meno gas serra, consumano meno spazio e convertono substrati alimentari in proteine con maggiore efficienza. La farina da grillo è già impiegata in integratori alimentari per sportivi. Ulteriori passi avanti nei consumi probabilmente saranno legati alla scalabilità delle pro Paragrafoduzioni per ridurne i costi e alle nuove, ancorché sparute, generazioni di ragazze e ragazzi molto più sensibili alla sfida climatica della media dei loro genitori.