SONO PASSATI 40 ANNI DAL CONCERTO-EVENTO DEL LIVE AID. E ancora oggi rimane uno dei concerti più importanti della storia della musica e non solo. Il 13 luglio 1985, infatti, il Wembley Stadium di Londra e il John Fitzgerald Kennedy Stadium di Philadelphia hanno ospitato sui propri palcoscenici artisti e gruppi iconici, hanno regalato al pubblico momenti musicali altissimi, entrati negli annali (vedi la performance dei Queen). Ma allo stesso tempo hanno ricordato a tutto il mondo che la musica, quando si unisce, può davvero cambiare le cose, risvegliare le coscienze. Che l'arte non è solo un esercizio personale, ma un'esperienza collettiva. Lo hanno dimosstrato i due stadi pieni zeppi, ma anche i quasi 2 miliardi di telespettatori che si erano collegati nelle 16 ore di diretta, da 150 differenti nazioni del mondo.
Per ricordare il Live Aid è uscito ieri, venerdì 4 luglio, Live Aid: Il suono di un'era. Gli anni Ottanta a il sogno di un mondo migliore, nuovo libro dello storyteller in ambito musicale Gabriele Medeot. Oltre a essere un divulgatore culturale, Medeot è anche musicista e quindi ha organizzato due appuntamenti nei quali parlare del libro e in occasione dei quali eseguirà al piano alcune cover dei brani del Live Aid (assieme a Laura Panetta alla voce). Quando saranno? Martedì 8 luglio all'Hard Rock Cafè di Milano (ore 19) e mercoledì 9 luglio alla Libreria tra le Righe di Roma (ore 18.30).
Cosa è stato il Live Aid per Gabriele Medeot? «In sintesi, la miglior musica del decennio, eseguita dal vivo, dagli artisti più noti e influenti, tutto virtualmente su uno stesso palco, senza soluzione di continuità, con tutti uniti nel nome di un’unica voce: quella della solidarietà». Come non essere d'accordo con lui?