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Napoli, per Gaza «tutti giù per terra» sul lungomare

2025-07-07 1,378 Dailymotion

(Luca Marconi) La lettura dell'infinito elenco dei bambini uccisi a Gaza ha aperto il flash mob sul lungomare di Napoli organizzato da Life for Gaza e dalla comunità palestinese campana. Tanti corpi distesi a terra, 1500 persone, per ricordare bambini, donne e giornalisti, medici, infermieri, operatori umanitari e civili innocenti colpiti dai bombardamenti o dal fuoco dell'Idf, l'esercito israeliano. Alle 19,45 dal furgone dell'organizzazione è partito l'audio di una sirena di allarme aereo, seguito da bombardamenti, colpi di mortaio e urla di paura.​​«Queste sirene ed esplosioni sono il rumore assordante che stanno ascoltando i sopravvissuti a Gaza da due anni, pensate al terrore quotidiano di bambini e anziani, questo governo deve smetterla di fornire armi ai nazisti», dice Souzan Fatayer della comunità palestinese. Sul piazzale una donna di Gaza che ha perso i figli nei bombardamenti racconta che non ha potuto piangerli perché «un carro armato» ne ha «cancellata la tomba».Omar Suleiman prova a trattenere le lacrime appena dopo la lettura (parziale) della lista dei bambini defunti, non ci riesce, ma poi prende il microfono: «Questo è un olocausto non un genocidio; e non una crisi umanitaria, non c'è nessun terremoto a Gaza, il sindaco (Manfredi ha usato questa espressione, crisi umanitaria, quando il Consiglio ha approvato la mozione di revisione dei rapporti con Israele, ndr) non può nascondersi dietro i due Stati e non può parlare di crisi. Il Consiglio comunale lo ha invitato a tagliare ogni rapporto con lo Stato di Israele, l’ultima trovata genocida sono le trappole come per i topi degli aiuti umanitari, questo è un olocausto - ripete Suleiman - non un genocidio … Israele è un pericolo per la stabilità mondiale, servono sanzioni, serve la minaccia della cacciata di Israele dall’Onu». ​​Interviene anche Luisa Morgantini di Assopace, su Gaza e sul riarmo europeo: «Secondo voi l'Europa dove comprerà le armi? Vorrei tanto che Ursula von der Leyen venisse indagata». E poi, «almeno 655 corpi di persone morte in carcere in Israele mai restituiti alle famiglie, la crudeltà nella punizione; ora la sostituzione etnica e la cancellazione della memoria come nel '48 con la Nakba e la distruzione di centinaia di villaggi palestinesi, tuttavia ancora oggi i palestinesi ci insegnano la vita e la loro cultura e il loro esempio sono vitali anche per i popoli del Mediterraneo».​​All'iniziativa Tutti giù per terra: per Gaza, contro il genocidio anche il deputato M5s Dario Carotenuto, la Cgil col segretario Nicola Ricci, la Uil con Giovanni Sgambati e Camilla Iovino, Nives Monda e l'ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris che è nel comitato dei giuristi di Life For Gaza. «Quando ero sindaco - dice l'ex magistrato - Napoli ha riconosciuto, da prima città in Italia, lo Stato della Palestina. La mozione approvata dal Consiglio l'altro giorno sullo stop ai rapporti con Israele non fa altro che ribadire questo impegno e spinge l'attuale sindaco a prendere una chiara posizione. Perché di fronte al genocidio non ci sono vie mediane, o stai con gli oppressi o stai con gli oppressori. Anzi se stai in mezzo è peggio, perché consenti agli oppressori di pensare che c'è un pezzo di istituzioni e di mondo che è indifferente».