http://www.pupia.tv - Campania - Suona la campanella, primo giorno di scuola. Ma all'appello sono in tanti a non rispondere. Tanti bambini rom che vivono tra povertà e sacche di degrado in baraccopoli e campi tra Napoli e provincia. "A loro è stata rubata la scuola" dice il portavoce della Comunità di Sant'Egidio, Antonio Mattone. Neanche la metà di questi frequenta con regolarità la scuola. Un fattore di enorme discriminazione, spiegano dalla Comunità anche quest'anno promotrice di 80 borse di studio. I rom sono infatti un popolo giovane e con scarse asppettative di vita. Solo il 2% supera i sessant'anni di età, in totale 53 persone, mentre il 43% della popolazione ha meno di 18 anni. Proprio per questo l'inserimento e la frequenza della scuola per loro è la vera e forse unica opportunità di riscatto. Un riscatto che è possibile, grazie anche a progetti come 'Diritto alla scuola, diritto al futuro' della Comunità di Sant'Egidio presentato oggi in conferenza stampa. Quel 48% di ragazzini che tra i banchi di scuola ci si è seduto per davvero é una vittoria per la Comunità. Quando il progetto è nato, ormai tre anni fa, le percentuali erano drammaticamente più basse, solo il 28%. Oggi invece si punta a superare la metà. E anche per il prossimo anno torneranno le borse di studio che dal 2009 a oggi sono salite da 59 a 65 a 80 per il 2011-2012. Dei veri e propri contratti tra la Comunità e le famiglie dei bimbi rom: in cambio di un contributo mensile di 50 euro, i familiari si impegnano a mandare i piccoli a scuola senza superare le 3 assenze ingiustificate al mese, a tenerli lontano dalle strade e a mantenere rapporti con gli insegnanti. A questi si aggiungono poi altri bambini, per un totale di 114, che vengono 'monitorati' e inseriti nei laboratori extrascolastici e in vari progetti di sensibilizzazione. Solo nell'ultimo anno la frequenza media mensile è stata tra il 70 e l'80% dei giorni scuola. Un risultato ottimo, ma che però è solo un primo passo. Su circa 2500 r